Caro Guido

Scrivo a te che sei stato per tanti anni il mio migliore amico e il capitano della squadra di calcio. All’improvviso mi è capitata tra le mani questa fotografia. Te la ricordi? Eravamo alle finali dei Giochi della Gioventù. C’era il maestro Bodini che ci faceva da allenatore e poi, li vedi, tutti i nostri compagni: Massimo, Daniele, Corrado, Walter, Massimo. E anche tutto il gruppo a tifare per noi. Momenti indimenticabili.

Quella è stata la I giochi della gioventùmia ultima partita da portiere. Ancora oggi ho addosso la sensazione tremenda di essere stato io il principale artefice della nostra sconfitta. Ho in mente due gol, presi in maniera assurda. Il primo, con il pallone che è rimbalzato su un ciuffo d’erba e mi ha tradito con una direzione strana, ma di certo non imprendibile. Il secondo, sul quale non mi sono mosso di un centimetro su un tiro banale. E così, ho capito che fare il portiere non era la mia strada, c’era da metterci troppo istinto e meno programmazione. Da lì, quindi, sono passato a centrocampista, poi libero (eh, che bello quando c’era il libero) e infine qualcosa di simile ad una mezz’ala. Senza grande successo, ma senza altri gol sul groppone da farsi perdonare. Quindi, ancora scusa, per quella mancata finale.

Non so se te l’ho mai detto, ma poi in finale ai Giochi della Gioventù ci sono andato ancora. Il maestro Rinaldo, siccome sapeva che allenavo gli esordienti, mi ha chiesto se lo aiutavo con i ragazzi classe 1982, forse una delle più forti del nostro paese. E in finale ci siamo arrivati veramente. Ma, ancora una volta, abbiamo perso.

Ecco. Ricordi improvvisi, che oggi volevo condividere con te. Ciao.

 

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