Ad occhi chiusi

La storia del supereroe cieco che combatte e vince contro tutti i cattivi mi ha sempre affascinato. Sarà per questo che spesso, mentre cammino o corro, chiudo gli occhi per vedere se riesco ad andare “dritto”. Prima che la razionalità mi prenda del tutto e non faccia altro che ribadirmi che sono un imbecille racconto questa storia fatta di sentieri di montagna, muretti, sfide e di fiducia nell’altro.
Oddio, potrei anche barare riassumendo il tutto in questo modo: stavo cercando un pokemon millenario. Mi farebbe di certo più onore, ma non è esattamente la verità.

È un anno bisestile. Come quello di quattro anni fa quando mi sono rotto i legamenti al ginocchio destro o come quello di otto anni fa quando mi sono rifatto quelli al ginocchio sinistro. Per ora era andato tutto abbastanza bene, se non un fastidioso strappo al polpaccio che mi ha impedito di fare movimento per oltre due mesi.

Durante il campo scuola, dopo un sentiero, mi trovo davanti una strada con un muretto ai lati che dà sugli orti della Val di Gresta. Il richiamo al mito del supereroe è immediato: camminare sul muretto ad occhi chiusi per qualche decina di metri senza cadere. Come ogni storia è però necessario un testimone. Accanto a me c’è un ragazzino del campo, non proprio il più sveglio a dire il vero, e gli dico: “Io adesso inizio a camminare ad occhi chiusi sul muretto se tu vedi che sto per cadere avvisami”. Inizio tranquillamente, faccio un po’ di passi e poi sento: “Attento!” Apro gli occhi ma è troppo tardi, sono già con un piede nel vuoto e con il peso che sta cadendo nei tre metri di spazio che mi separa dalla terra. Finisco in mezzo alle spine e, come più volte ho visto fare nei fumetti e nei film, cerco di evitare l’impatto sulle gambe mettendomi di lato e cadendo sul fianco. La manovra non esce benissimo, sento un crack e faccio fatica ad alzarmi. La spalla, e tutto quello che c’è lì attorno, è molto dolorante. Dopo pochi minuti mi accorgo che non riesco neppure ad alzarla oltre il livello della pancia. Con eleganza, inizio ad insultarmi ferocemente. Poco dopo mi ritrovo sulla via del pronto soccorso e dopo tre ore di attesa arrivano i risultati: una frattura sulla scapola e l’invito a ritornare all’indomani per sistemare tutto insieme all’ortopedico in sala gessi.

Ecco. Da questo punto inizia la storia del l’idiota ingessato che impara a fare le cose con la mano sinistra. Ma è molto noiosa.

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Un pensiero su “Ad occhi chiusi

  1. andrea dice:

    cavoli…non ci sono le faccine di whatsApp..hai presente quella con le mani sulle guance mezza blu e mezza gialla!!! Comunque stai sereno…. cose che capitano agli audaci…..

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