Il Trekking, l’Appennino e il Pastore

Il weekend scorso sono stato con l’amico Silvio a fare due giornate di trekking sull’Appennino con giri ad anello partendo da Borgo a Tossignano. Gli aspetti logistici e naturalistici sono stati raccontati da lui sul suo blog: http://www.silviobau.it/2016/10/21/insolito-trekking/. Io, raccolgo un pensiero che mi è passato per la testa.

Ad un certo punto del cammino, passiamo da una malga e il pastore (meglio dire: produttore di formaggio), con fare minaccioso, ci squadra dicendo: “E adesso dove credete di andare senza bastone in mano? Ho appena mandato al pascolo le mie pecore da sole, accompagnate dai cani maremmani. Sappiate che vi abbaieranno contro. Voi camminate piano e lenti”. In pochi secondi diventiamo suoi amici. Ci racconta la sua vita, insulta il comune e tutta la pubblica amministrazione, i politici, il mondo intero e ci chiede: “Voi che lavoro fate?”. Risponde Silvio: “…computer” (è noto che nessuno sa che lavoro fa Silvio, peraltro).

Il pastore, inevitabilmente, inizia la sua invettiva contro il mondo moderno, il fatto che si corra dappertutto, il fatto che la gente trovi tutti gli strumenti possibili (computer) per delegare il proprio lavoro invece che farlo direttamente. Arriviamo al limite massimo giornaliero di sopportazione delle ovvie banalità e cerchiamo disperatamente il modo di ripartire. Ma lui è in grado di aggrapparsi a qualsiasi cosa per continuare il discorso.

Quando, finalmente, riprendiamo la via, incappiamo, si sapeva, nel gregge. I bellissimi cagnoloni si avvicinano con fare minaccioso. Lascio la linea di difesa a Silvio e mi riparo alle sue spalle. E penso: “Ma guarda un po’ quello là! Tutto a predicare e invece di essere qui con le sue pecore, ha delegato ai cani il suo lavoro. Non ci sono più i computer di una volta”.

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